Translate

domenica 9 giugno 2013

OUTDOOR AND SURVIVAL - TECNICHE DI SOPRAVVIVENZA - PRIMA PARTE


immagine tratta da www.offerum.it


In questo post riporterò una selezione di tecniche di sopravvivenza che vi potranno essere utili se proverete (o se vi troverete costretti) a passare un pò di tempo fuori dalla civiltà e dalle sue comodità. Non descriverò tutte le tecniche esistenti ma solo quelle che ritengo più efficaci e alla portata di tutti. Alla fine di questa sezione troverete comunque dei links che vi saranno utili per approfondire gli argomenti trattati. Let's go...

IL RIPARO O BIVACCO.
 
Quale che sia la ragione per cui vi trovate a dover (soprav)vivere in un ambiente selvaggio (parliamo prevalentemente dell'ambiente montano), la vostra prima priorità dovrà essere quella di trovare un buon posto dove accamparvi prima che faccia buio e la temperatura inizi a scendere. Un errore in questa fase, specialmente nella stagione fredda, potrebbe infatti costarvi caro non lasciandovi il tempo e la possibilità di rimediare al vostro errore di pianificazione. 
Ecco alcune regole d'oro per rendere il vostro "soggiorno" outdoor il più salutare e comodo possibile:

- per costruire il vostro accampamento scegliete se possibile il versante esposto a sud perché è quello meno freddo;

- evitate di accamparvi in cima ad un'altura perché ci sono forti venti (e quindi la temperatura percepita è più bassa); evitate anche il fondovalle  e i canaloni dove c'è più umidità e nebbia;

- cercate di capire qual'è la direzione del vento dominante e posizionate l'apertura del vostro riparo (tenda o tarp) in direzione opposta;

- evitate di posizionare il vostro bivacco sotto alberi isolati (potrebbero attirare i fulmini durante i temporali) o alberi con rami secchi o pericolanti (potrebbero spezzarsi e cadervi addosso a causa di venti forti);

- costruite il vostro accampamento vicino a dove potete procurarvi in fretta e senza dovervi allontanare troppo l'acqua e la legna per il fuoco;

- cercate se possibile di posizionare la vostra tenda o tarp su una piattaforma (costituita da fronde o arbusti) rialzata di una ventina di cm dal terreno per isolarvi dall'umidità del terreno (in ogni caso non dormite mai a diretto contatto con il terreno ma interponete sempre tra il vostro corpo e il terreno stesso un materassino o almeno un telo impermeabile).


Una volta scelto il punto più idoneo per accamparvi è il momento di montare la vostra tenda o tarp. Sulla tenda basta dire che se non vi siete esercitati a casa su come montarla bene e in fretta, quando dovrete farlo in un ambiente inospitale sarà un grosso problema per voi riuscirci. Anche per questo motivo è preferibile il tarp alla tenda. Il tarp non è altro che un telo impermeabile che con l'aiuto di cordini, paletti o pietre trovate sul posto può essere utilizzato per costruire in fretta e senza troppa fatica un riparo efficace. Un telo impermeabile (possibilmente occhiellato) di almeno 3 m x 4 m (meglio se 4 m x 5 m) è leggero (quindi si trasporta facilmente), è spazioso (non da senso di claustrofobia come la tenda), è versatile (si può montare in diversi modi) ed è abbastanza economico. Di seguito alcune immagini che descrivono come utilizzare al meglio questo efficacissimo riparo.



http://www.cdaml.org/lean_to.htm


http://manta-bushcraft.blogspot.it/2012_02_01_archive.html

 
http://www.picstopin.com



N.B.: ricordatevi di portare nello zaino qualche metro di nastro americano per riparare eventuali strappi nel telo.



Se malauguratamente non doveste avere con voi un telo impermeabile, potete costruirvi una copertura col materiale che avete a disposizione (rami, fronde d'albero, arbusti), come raffigurato nelle prossime immagini:

immagine tratta da www.autonopedia.org



http://www.globalsecurity.org/military/library/report/call/call_97-5_section6.htm


 Winter Operations Manual (1 Oct 89), published by the U.S. Army Northern Warfare Training Center, Fort Greely, AK, pp. 6-1 to 6-4.



http://www.survivalogic.com



Una volta preparato il vostro accampamento non vi resta che accendere un bel fuoco. In una situazione ideale avrete con voi un accendino (meglio se piezoelettrico perché funziona anche da bagnato), un acciarino (firesteel) o dei fiammiferi (possibilmente antivento) e delle esche già pronte (io utilizzo del cotone impregnato di vaselina che conservo in bustine impermeabili o gli eco-ricci® della DIAVOLINA®).

immagine tratta da ebay.it

immagine tratta da themag.it






 Se foste sprovvisti di esche già pronte basterà prendere un ramo abbastanza secco e produrre dei trucioli sottili col vostro coltello. In alternativa potete raccogliere del materiale (deve essere abbastanza secco e filamentoso) dall'ambiente circostante: aghi di pino, un nido caduto per terra, lanuggine di animali, ecc.

immagine tratta da survivalbushcraft.it


 Di seguito alcuni metodi alternativi per provocare una fiamma senza fiammiferi, acciarino o accendino:

- far collimare i raggi del sole con una lente;
- collegare i due poli di una batteria con un filo metallico (va bene anche della lana d'acciaio): questo metodo funziona con le batterie abbastanza grosse (non stilo) come le pile da 4,5 Volt, 9 Volt o le batterie di moto, auto e camion;
- far sfregare due pezzi di legno tra loro.

immagine tratta da sopravvivere.net

immagine tratta da sopravvivere.net



immagine tratta da survivalbushcraft.it

 
L'ACQUA

La ricerca e conservazione dell'acqua sarà la vostra seconda priorità. Anche se ci sono stati casi di persone che sono riuscite a sopravvivere senza bere per 3 giorni, non è il caso di cercare di eguagliare o superare questo record. La disidratazione (per semplice mancanza di acqua oppure causata da febbre, diarrea, vomito, sudorazione eccessiva) può portare a complicazioni molto gravi e potenzialmente fatali tra cui:
  • COLPO DI CALORE;
  • EDEMA CEREBRALE (rigonfiamento del tessuto cerebrale);
  • CONVULSONI (dovuto alla perdita di elettroliti preziosi come potassio e sodio);
  • SHOCK IPOVOLEMICO (dovuto alla scarsità del volume di sangue circolante);
  • INSUFFICIENZA RENALE;
  • COMA E DECESSO. 
 Sarà quindi vitale portare sempre con noi almeno 2 litri d'acqua minerale a persona che, in emergenza, andrà razionata fino a quando non troveremo una fonte d'acqua alternativa. Razionare l'acqua non significa solo bere poco o meno spesso ma vuol dire anche ridurre l'apporto di cibo (che stimola la sete), non fumare e non assumere alcool (aumentano la disidratazione), ed evitare di marciare e fare attività che fanno sudare nelle ore più calde della giornata. Nel momento in cui troveremo una fonte d'acqua è molto importante tenere a mente una cosa: se ci troviamo in un ambiente particolarmente favorevole dal punto di vista delle risorse naturali perché ricco di un'abbondante vegetazione e di sorgenti d'acqua, potremmo essere portati a pensare di poter consumare quell'acqua senza sottoporla ad una potabilizzazione preventiva. Non è così, quell'acqua potrebbe essere comunque inquinata (per esempio dai resti di una carcassa d'animale caduto nella sorgente a monte) e all'ingestione di quest'acqua potrebbe quindi seguire diarrea, vomito e febbre con conseguente ulteriore disidratazione, prostrazione (mancanza di forze), delirio e perdita di conoscenza. E' sempre buona norma risalire a monte per almeno 1 km dalla fonte per controllare che non ci siano agenti inquinanti (carcasse, spazzatura, ecc.). Anche nel migliore dei casi (acqua pulita proveniente da una fonte) è sempre opportuno far bollire l'acqua per almeno 5 minuti (si contano dal momento della prima ebollizione) in modo da eliminare (o ridurre ad un livello accettabile) la carica di germi patogeni che potrebbero essere presenti in essa. Portatevi quindi sempre dietro un recipiente d'alluminio o meglio d'acciaio inox per far bollire l'acqua. In emergenza si può far bollire l'acqua anche dentro un contenitore di plastica rigida (se tenete una bottiglia piena d'acqua abbastanza lontano dalla fiamma viva la plastica non fonderà). Se ci troviamo costretti ad usare la neve per dissetarci tralasciamo quella in superficie che è più sporca e scaviamo un pò per poter prendere della neve più pulita, poi facciamola sciogliere in un pentolino aggiungendo un pò di sale (la neve è priva di sali minerali reidratanti), una compressa di integratore idrosalino o, al limite, degli aghi di pino freschi (contengono sali e vitamine). Stesso discorso per l'acqua piovana per cui ricordate di portare con voi anche un integratore di sali minerali o almeno del sale da cucina.


  

La sterilizzazione col calore è secondo me il metodo più efficace per eliminare tutti i germi patogeni (batteri, virus, protozoi) presenti nell'acqua inquinata e ha il vantaggio (rispetto alla disinfezione con agenti chimici, vedi più avanti) di non alterare le proprietà organolettiche (sapore, odore) dell'acqua stessa. E' giusto però conoscere anche un metodo alternativo per la potabilizzazione dell'acqua. Si tratta della disinfezione con agenti chimici. A tale scopo i più usati sono lo IODIO e il CLORO. Io per esempio porto sempre con me un flacone di BETADINE® 10% soluzione cutanea, un disinfettante a base di iodopovidone (al 10% di iodio) che può essere usato (oltre che come disinfettante per ferite) anche per potabilizzare l'acqua. Lo Iodopovidone è attivo sui batteri Gram+ e Gram-, sui funghi, i protozoi, i lieviti e alcuni virus: 8 gocce di iodopovidone al 10%, aggiunte ad un litro d'acqua preventivamente chiarificata e purificata (vedi più avanti) e lasciate agire per almeno 30 minuti assicurano un buon grado di disinfezione dell'acqua. In commercio esistono anche pastiglie potabilizzanti a base di ipoclorito di sodio (componente della candeggina). Non mi dilungherò ulteriormente sull'argomento perché come ho detto la bollitura è un metodo molto più pratico, veloce e sicuro, tuttavia potete approfondire l'argomento a questo link: 



e nei links a fine pagina.  




Va da se che se non fosse disponibile una fonte d'acqua pulita ma solo acqua stagnante, prima di sterilizzarla e berla dovremo filtrare l'acqua per rimuovere il materiale organico (foglie, melma) sospeso  in essa. A tale scopo conviene portare sempre con se un pezzo di tela pulito (va bene anche una maglietta, una bandana, una calza pulita...) che filtrerà il grosso e poi rifiltrare di nuovo l'acqua attraverso un paio di fazzolettini di carta (hanno una trama più sottile della tela di cotone). Se dopo averla chiarificata l'acqua dovesse avere ancora un odore e un sapore sgradevole va ulteriormente purificata mediante l'impiego di carbone finemente sminuzzato che potete ricavare dalla legna bruciata. Io personalmente mi sono costruito un kit di filtrazione dell'acqua comprendente una pompa a sifone per l'aspirazione e il travaso di liquidi (acqua, vino, benzina), un contenitore di sabbia fine pulita e un filtro ai carboni attivi per rubinetti. Quest'ultimo é costituito da un tubo di plastica lungo 20 cm, da 2 filtri sovrapposti contenenti carbone finemente sminuzzato e da un filtro do carta resistente per trattenere le ultime impurità trattenuto dal filtro di alluminio di una caffettiera.



 
  Nelle seguenti immagini viene invece descritto come costruire un sistema di chiarificazione-purificazione dell'acqua con ciò che si può trovare sul momento.

http://ilcacciatoredizombi.blogspot.it/2011/08/h2o-e-quel-che-ti-do.html
http://www.avventurosamente.it/vb/127-accessori-vari/10096-filtro-acqua-fai-da-te.html


 La cosa importante da ricordare nell'usare questi filtri è che l'acqua va fatta scorrere lentamente per agevolare il processo di chiarificazione e purificazione. Ovviamente esistono in commercio cannuccie potabilizzanti e pompe di filtraggio già pronte all'uso come quelle prodotte dalla KATADYN®

 
www.ideegreen.it



Finora abbiamo considerato la situazione più favorevole, cioè la presenza di acqua facilmente prelevabile dall'ambiente. Tuttavia la ricerca dell'acqua potrebbe non essere sempre così semplice. Le prossime immagini descrivono sinteticamente come procedere in questi casi.

immagine tratta da http://sopravviveremyblog.altervista.org
 
immagine tratta da http://www.agescifano2.org/




Link consigliati:

 http://www.sopravvivere.net/riparo/

http://www.housegate.net/woodvival/manualistica/manualistica.htm 

http://www.survivalbushcraft.it/manuali/costruire-un-rifugio 

http://www.sopravvivere.net/sopravvivenza-in-montagna/ 

http://www.sopravvivere.net/attrezzatura-per-accendere-il-fuoco/ 

http://www.sopravvivere.net/l-acciarino-moderno/ 

http://www.sopravvivere.net/come-accendere-un-fuoco/ 

http://www.housegate.net/woodvival/tecniche/esche/esche.htm

http://www.survivalbushcraft.it/manuali/come-accendere-un-fuoco 

http://spazioinwind.libero.it/palermo21/gruppo_pa_xxi/tecnica/pionieristica/accendere.htm 

http://spazioinwind.libero.it/palermo21/gruppo_pa_xxi/tecnica/pionieristica/fuoco.htm 

http://www.sopravvivere.net/acqua/ 

http://www.survivalbushcraft.it/manuali/acqua 

http://www.housegate.net/woodvival/tecniche/acua_piante/acqua_piante.htm 

http://www.tuttoscout.org/download/files/scouting.pdf 



Nessun commento:

Posta un commento